sabato 8 novembre 2014

La verità di Amelia

È da un po' che non recensisco nulla, quindi oggi riprendo con La verità di Amelia e con una nuova impostazione - ho anche cambiato la grafica del blog, sì, lo so, ma non è ancora definitiva, quindi non preoccupatevi se non vi piace.
Avverto dicendo da subito che questa recensione contiene SPOILER grandi come Villa Malfoy. Lettore avvisato, mezzo salvato.


Titolo: La verità di Amelia (Reconstructing Amelia)
Autore: Kimberly McCreight
Sito dell'autrice: www.kimberlymccreight.com
Traduzione: Chiara Salina
Anno di pubblicazione: 2014
Casa editrice: Casa Editrice Nord
Pagine: 395
Prezzo: € 16,40


Non è da lei. Mentre si fa largo tra i passanti, Kate Baron ripensa incredula alla telefonata che l'ha costretta a lasciare una riunione decisiva per la sua carriera: dopo essere stata scoperta a copiare, sua figlia Amelia è stata sospesa con effetto immediato dal preside della Grace Hall, uno degli istituti privati più esclusivi di New York. Non è da lei, continua a pensare Kate, finché non si trova davanti una scena sconvolgente. L'ingresso della scuola è bloccato da un cordone di agenti di polizia, vigili del fuoco e paramedici. E la causa è proprio sua figlia. Per la vergogna, Amelia si è suicidata, lanciandosi dal tetto dell'edificio. Col suo mondo ormai in pezzi, Kate si chiude in un bozzolo di dolore e sensi di colpa, ma alcuni giorni dopo la tragedia riceve un inquietante SMS anonimo: Amelia non si è buttata.
Cosa significa? Possibile che la verità sia diversa da quella sostenuta dalle autorità scolastiche? Possibile che ci sia un'altra verità? Kate deve saperlo. Deve raccogliere le forze e scandagliare la vita della figlia, una vita segnata da ombre e segreti di cui lei neppure sospettava l'esistenza. E, a poco a poco, una domanda inizia a tormentarla. Chi era veramente Amelia? Solo trovando una risposta, Kate potrà rendere giustizia alla figlia. Solo così porterà alla luce la verità di Amelia.


 Il libro inizia con una pagina di blog, gRaCeFULLY, che annuncia l'inizio di un nuovo anno scolastico per gli studenti della Grace Hall, istituto privato e che segue un sistema di studio sperimentale - niente libri, molte materie artistiche, mostre, gallerie, eccetera eccetera. Subito dopo dei pettegolezzi che riguardano degli insegnanti della GH, c'è una pagina di chat tra Amelia, una delle protagoniste, e Ben, un amico conosciuto su Facebook; le pagine seguenti sono dal punto di vista della madre di Amelia, Kate Baron.
Kate, mamma single, è un avvocato per la Slone, Thayer, donna super impegnata e che non ha tempo di fare la madre perché, appunto, fare l'avvocato è tutta la sua vita. Durante una riunione, riceve una chiamata dalla scuola: le comunicano che sua figlia è stata sospesa per tre giorni in quanto il suo compito di letteratura era un plagio rubato da diversi siti internet. La donna, sconvolta - non è da lei! è il ritornello del libro non a caso - esce dall'ufficio passando la palla a Jeremy, il suo capo, e si precipita verso la metropolitana per arrivare il prima possibile - dato che lei lavora a Manhattan e la GH è a Brooklyn.
Ma, per un guasto alla metro, Kate accumula più di un'ora di ritardo e quando arriva all'istituto, si trova davanti una schiera di poliziotti, infermieri, medici. E vede uno stivale nero. Fuori di sé, cerca di ricordare di che colore fossero gli stivali di Amelia. Pochi minuti dopo, un agente della polizia le annuncia che sua figlia si è gettata dal tetto della scuola e che, vista la caduta, è morta.
Il capitolo successivo si apre con un'altra pagina di gRaCeFULLY, uno stato di Facebook di Amelia - con i commenti ricevuti, il punto di vista di Amelia - che parla in prima persona di quanto accade dal 14 settembre al 24 ottobre, data del presunto suicidio - e quello di Kate - in terza persona e che racconta le indagini iniziate poco dopo la morte di Amelia.
Subito, nel pov della ragazza, si nota che c'è qualcosa che non va. E non per il linguaggio un po' troppo articolato e ricercato per una ragazza di quindici anni o per le sue caratteristiche da Mary Sue fatta e finita - buona ed altruista, sempre paziente, generosa, avida lettrice di romanzi Ottocenteschi, durante l'estate fa la volontaria alla mensa per i poveri, è un'eccellente giocatrice di hockey su prato e con due occhi eccezionali, uno azzurro e l'altro marrone - ma per la sua migliore amica.
[...] Ancora all'angolo, Sylvia scostò il collo del maglione, fingendo di guardare l'orologio che non portava e mi fece segno di affrettarmi. Probabilmente stava morendo di caldo con quello stupido affare addosso. Ma si sarebbe offesa a morte se le avessi fatto notare che sembrava una scema bardata in quel modo col caldo che faceva. Avrebbe replicato con qualche cattiveria. Era fatta così: se la prendevi per il verso sbagliato, te la faceva pagare caro. [...]
 Il comportamento di Sylvia Golde, colei che Amelia definisce per tutto il libro "la mia migliore amica", non è altro che di una persona insopportabile, piena di sé, particolarmente egocentrica e cattiva - come dice la protagonista più volte: bisognava prendere Sylvia per il verso giusto, altrimenti era capace di rovinare la vita a tutti.
Sylvia non fa mai complimenti all'amica, né si complimenta con lei per le citazioni che posta su Facebook o altro: Amelia è solo oggetto di scherno, da parte della "sua migliore amica".
Così, Amelia approfitta degli sproloqui dell'amica sull'ultimo fidanzato - Ian Greene, inglese. E sì, Sylvia si becca tutti i ragazzi carini del libro perché "è un po' zoccola" cit. Amelia - per descrivere le quattro confraternite presenti all'interno della scuola - le Magpies, i Wolf's Gate e altre due confraternite della quali non ricordo il nome perché, di base, alla trama non portano nulla e viengono nominate solo una volta - e il patto che lei e la sua amichetta hanno stipulato all'inizio delle superiori: mai entrare in una confraternita.
Il caso vuole che proprio quel giorno Amelia riceva un sms con le indicazioni per raggiungere un parco e l'orario. Chi sarà mai, se non le Magpies, il gruppo di ragazze più popolari della scuola?
All'appuntamento, quel pomeriggio, la ragazza rimane impressionata da una delle leader del gruppo, Dylan Crosby - ultimo anno, fulva chioma ricciola, tutti sospettano che vada a letto con Mr. Woodhouse, il preside - e dalla sua amica Zadie, che la prende subito in antipatia.
Per entrare nelle Maggies si devono affrontare delle stupide prove - ad esempio usare un laccetto da idraulico per legare la sedia del professore alla cattedra - e, una volta dentro, bisogna affrontare ancora più stupidi giochetti - scattare foto sexy e postarle su un blog per vedere chi sarà la ragazza che riceverà più mi piace, andare a feste con i Wolf's Gate e cose del genere.
Amelia si avvicina sempre più a Dylan, la quale la protegge dalla cattiveria di Zadie e le da il libero accesso alla biblioteca che si trova in casa sua, finché non se ne innamora.
E allora inizia una breve storia d'amore clandestina. Amelia si chiede se sia giusto, se Dylan non la stia prendendo in giro, se tutto ciò sia giusto o meno; ovviamente, non può contare sull'aiuto di Sylvia, la quale è totalmente concentrata sulla sua storia con Ian ed è sicurissima che lui la tradisca con una delle Magpies. Inoltre, ci sono gli sms anonimi che sovente riceve e che le chiedono chi sia suo padre e la situazione precaria con sua madre, sempre lontana e concentrata sul lavoro.
Un pomeriggio, dopo aver fatto sesso per la prima e ultima volta con Dylan, si ritrova Zadie in casa che le filma mentre sono nude - ovviamente, protegge la privacy dell'amica facendo in modo di non riprenderla. Altri messaggi di odio - "puttana", "troia", "lesbica" - le vengono inviati da un numero anonimo.
E il colpo di grazia: con l'aiuto di Sylvia - la quale, finalmente, dimostra di essere un'amica - scrive una mail nella quale descrive tutti i suoi sentimenti per Dylan e, senza pensarci due volte, la invia. Per l'ultima volta, Zadie si scatena e la inoltra a tutte le Maggies ed ai Wolf's Gate.

Come detto sopra, questa non è l'unica storia che si legge: c'è anche il punto di vista della madre e che è ambientato dal suicidio di Amelia in poi, quindi, prima di spoilerare senza riserve il finale, dovrò recensire anche il pov della madre.
Kate, dopo la morte della figlia, perde peso, cade in depressione, si dispera e si ammala. Amelia era l'unico motivo per il quale andava avanti ed ora, anche il solo guardare la cucina che aveva fatto arredare per la sua bambina, la fa piangere.
Ma un sms spedito qualche giorno più tardi del mesiversario della morte della ragazza le rivela che Amelia non si è buttata.
La reazione di Kate è istintiva: chiama la polizia e chiede di riaprire le indagini perché lei se lo sentiva che sua figlia non si era buttata! Non era da lei!
Le indagini iniziano non senza difficoltà: un poliziotto che era presente sulla scena dell'omicidio non lavora più per la polizia ma per Frank Carson, il patrigno di Zadie, ma dopo una piccola lotta, Kate riesce ad ottenere le password del computer e dei documenti di sua figlia, il codice del telefono e, in seguito al ritrovamento di ventidue bigliettini con scritto "ti odio" nella camera della ragazza, anche le stampe delle chat, le mail inviate e ricevute e i messaggi inviati e ricevuti negli ultimi quattro mesi.
Con l'aiuto di Seth - suo ex ora sposato con un uomo, Kate inizia a scavare nel passato di sua figlia, rendendosi conto che forse non la conosceva per com'era davvero.
Scopre di Dylan - anche se in un primo momento pensa che sia un ragazzo, delle Maggies, di Zadie, delle foto sexy sul blog...
Il mondo le crolla addosso e si chiede che razza di madre fosse stata e, per la millesima volta, non le avesse detto chi fosse il suo vero padre. La faccenda è contorta: Amelia, secondo Kate, è figlia di un suo odiatissimo collega con il quale aveva fatto sesso una volta sola, ma alla ragazza aveva sempre raccontato che era figlia di un missionario.
Parla con Sylvia e con Zadie, schiaffeggia Ian davanti alla scuola perché sa che è stato lui a scattare le foto sexy a sua figlia.
Torna in scena Jeremy, il capo di Kate, che, sorpresa sorpresa, è Ben! Sì, era lui il ragazzino che chattava con Amelia! E perché? Perché lui è suo padre! E come lo sa? Entrambi hanno la Sindrome di Waardenburg ed era quello il motivo per cui la ragazza aveva degli occhi che, Kate, nel primo capitolo definisce "miracolosi".
Poi accadono cose abbastanza a caso: ad esempio si scopre che l'autrice di gRaCeFULLY era Liv, la professoressa di letteratura di Amelia.
Infine, si scopre cos'è successo alla ragazza, ed è Sylvia a confessare: dopo averla portata sul tetto della scuola dopo un tour all'interno dell'istituto per rinfrescare i loro ricordi d'infanzia. Lì, riceve un mms nel quale c'è una delle foto sexy di Amelia e un suggerimento: "guarda nello specchio".
E Sylvia guarda lo specchio presente nella foto. Lì c'è Ian che scatta la foto. Ian l'ha appena scaricata perché, secondo lei, scopava con una Magpie e quindi era diventata gelosa.
Senza pensarci, colpisce Amelia al centro del petto e, per errore, la ragazza inciampa e cade giù dal terrazzo, il quale non era protetto da un muretto abbastanza alto perché evitasse la sua caduta.

Ci provai. Provai a prenderla. Provai con tutte le mie forze ad aggrapparmi.
 Dopo questa tragica frase, la storia viene sbalzata in avanti, a marzo. Kate si trova davanti alla tomba della figlia e le racconta le novità: Zadie frequenterà un college per ragazzi problematici, Sylvia la verrà a trovare e le confraternite, all'interno della GH sono bandite per sempre. E vorrebbe raccontarle anche di Dylan, ma non ha più ricevuto notizie, da lei e quindi preferisce tacere.


Cosa ne penso... allora... devo dire che sono piuttosto confusa, riguardo al mio parere su questo libro; perché, sì, è un thriller ma poi si perde. Si perde e all'improvviso parla unicamente per beceri stereotipi - l'amica attraente e zoccola, il capo che ha una figlia segreta, la ragazza forse lesbica o forse no - e... credo che mi abbia sconvolto vedere con quanta facilità lei crede che le nuove generazioni si possano tradire ed insultare, arrivare a denigrare chiunque pur di avere un po' di successo.
Il finale alla Beautiful, poi, se lo sarebbe potuto risparmiare... in poche parole - e lo scrivo qui perché altrimenti lì sopra ci avrei messo ore ed ore a spiegare la faccenda - Jeremy non solo è il padre di Amelia, ma anche di Zadie! E come fa a saperlo? Ma dalla ciocca bianca tra i capelli neri della ragazza!
Non riesco proprio a capire l'esagerazione di queste scelte. Amelia sarebbe potuta entrare nelle Maggies perché Dylan la trovava interessante e non perché la mamma di Zadie, dopo essersi accorta che anche Amelia era figlia di Jeremy, volesse vendicarsi sia di lui che di Kate punendo la figlia.
Il finale, in ogni caso, qualche lacrimuccia te la strappa. Perché è una delle poche parti del libro nelle quali senti Amelia come se fosse una persona vera e non solo un personaggio facente parte di un volume. Riesci a sentire quanto sia nel panico perché non riesce a prendere la mano di Sylvia né qualcunque altro appiglio.
In quel punto, Amelia è vera.

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